Carissimi,

siamo liturgicamente nel tempo pasquale. Siamo invitati a tenere vivo il ricordo che “Cristo è Risorto, ha Vinto la Morte”. Egli è la fonte della nostra gioia. Siamo chiamati a testimoniare la nostra fede ed essere uomini e donne di speranza, cristiani, che nonostante gli ostacoli, sanno affrontare le sfide della vita.

In attesa di celebrare la Pentecoste, mi avvicino a voi augurandoci di poter fare tesoro dell’esperienza gioiosa, provata dai discepoli di Emmaus, i quali carichi dell’ascolto della Parola e nel Pane Spezzato affrontano le tenebre della notte con la luce della fede nel Risorto.

Non dimentichiamo che questo periodo di grazia è il tempo opportuno per convertirci e sperimentare la Misericordia di Dio, e per vivere come vera comunità. Una comunità che si nutre e si disseta alla mensa eucaristica.

La Pasqua non va archiviata. Con essa è l’inizio di un nuovo cammino sinodale per costruire una nuova tappa della Chiesa. Ogni Celebrazione Eucaristica è una comunione in Cristo, con Cristo e per Cristo, nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa.

Il Cristo luce del mondo resta al centro del nostro cammino perché Egli è la Via, la Verità e la Vita. Ed è la vera luce che ha vinto le tenebre.

Chi ha celebrato la Pasqua con una “partecipatio actuosa” (partecipazione attiva) non può vivere senza il giorno del Signore e senza spezzare il pane.

Per continuare a vivere la Pasqua ed andare verso la Pentecoste per accogliere lo Spirito Santo vorrei suggerire di considerare la nostra Chiesa “Cenacolo” dove ci riuniamo e riviviamo la vera comunione per uscire, camminare insieme e annunziare la gioia di essere con il Risorto; e mentre siamo nel cenacolo soffermiamoci e dare uno sguardo contemplativo a due immagini:

CROCIFISSO LIGNEO

Fissare lo sguardo al Crocifisso ligneo pensando che la Pasqua ha alcuni significati paradossali: colui che fu appeso e oltraggiato non rispondeva con oltraggi, ne minacciava vendetta, ma invocava perdono e giustificazioni. Emettendo lo Spirito è allora che è avvenuto l’irruzione della vita eterna nella storia dell’uomo. Il dispensatore dell’acqua ha sete dell’uomo al quale dare l’acqua che ha offerto alla samaritana. Egli ha vinto le tenebre con la luce vera.

CERO PASQUALE

L’altra immagine sulla quale fissare lo sguardo contemplativo è la presenza del “Cero Pasquale”, posto accanto all’Ambone. Esso resterà acceso nelle celebrazioni liturgiche fino alla Pentecoste, quando accoglieremo lo Spirito Santo.

Il Cero è il simbolo per eccellenza che ha prevalso la veglia notturna del Sabato Santo: notte vinta dal giorno. È stato portato in processione dal diacono cantando per tre volte l’annunzio “La luce di Cristo” al quale abbiamo risposto “Rendiamo grazie a Dio”.

Il cero che avanza è simbolo del Cristo Risorto: Egli è la nostra luce nelle tenebre del mondo; ecco perché le nostre candele hanno attinto la luce da questo Cero.

Dopo aver incensato il Cero viene cantato l’inno: “O luce gioiosa”. Il Cero in sé stesso ha un significato simbolico: anzitutto esultanza dell’incomprensibile bellezza del sacrificio di Cristo, meraviglia delle meraviglie. È un rito di lode e ringraziamento a Cristo, Luce Vera che si consuma ancora oggi per amore e dare vita a quanti si lasciano amare e guidare dissetandosi alla fonte unica dell’amore perfetto: l’Eucarestia.

In questo “exultet”, cantando si percorrono le grandi opere di Dio nella storia della salvezza.

Ecco il nostro Dio che non si stanca di camminare con l’uomo.

Infine, auguro a tutti di avere come punto luce nel cammino di fede l’esperienza delle prime comunità: erano “perseveranti all’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nello spezzare il Pane e nelle preghiere… tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune” (Atti 2, 42-44).

Carissimi, sarebbe veramente bello e gioioso, se ci abbandonassimo nell’amore di Dio, lasciando alle spalle le proprie paure e le proprie spiegazioni, e anche il ricordo delle proprie infedeltà per lasciarci colmare da una presenza di Cristo che non ci lascia orfani, fino alla fine del mondo per darci gioia e pace.

Affidiamo il nostro cammino di fede ai nostri patroni Santa Maria delle Grazie e San Biagio.

Festa Santa Caterina da Siena 2022

                                                                                   Il parroco e i collaboratori

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